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Dalla Coppa Mussolini al Leone d’oro, per tacer della Coppa Volpi

Cara Viaggiatrice e Caro Viaggiatore,

poiché per giorni i telegiornali e le pagine dei quotidiani ci hanno raccontato ciò che avviene alla Mostra del cinema di Venezia, abbiamo deciso di riscoprire la sua storia, i suoi primi anni, ovvero ciò che c’era prima del prestigioso premio Leone d’oro al miglior film.

La mostra è un appuntamento imperdibile per gli appassonati di cinema come di mondanità, grazie ai divi e alle divine che per alcuni giorni animano i canali e le strade del Lido, ed è sempre stato così nonostante la nascita della kermesse sia strettamente connessa all’epoca fascista e ne porti ancora i segni.

La prima edizione dell’Esposizione internazionale d’arte cinematografica si è svolta a Venezia dal 6 al 21 agosto 1932, all’interno della 18ª Biennale per volontà del suo presidente, il conte Giuseppe Volpi, dello scultore Antonio Maraini suo segretario generale, e di Luciano De Feo, segretario generale dell’Istituto internazionale per il cinema educativo e suo primo direttore.

Questa prima edizione, tenutasi sulla terrazza dell’hotel Excelsior, non è ancora competitiva ma una presentazione pubblica delle ultime uscite, con titoli quali Proibito di Frank Capra, il Frankenstein di James Whale, o film di Ernst Lubitsch, Howard Kawks…, accompagnati da star del calibro di Greta Garbo, Clark Gable, John Barrymore, Joan Craeford, Boris Karloff e Vittorio De Sica.

I premi ufficiali vennero introdotti successivamente, per questo primo appuntamento vengono premiati film, regista e attori secondo un referendum tra il pubblico indetto dal comitato organizzatore.

Viene quindi eletto miglior regista il sovietico Nikolaj Ekk per Il cammino verso la vita, miglior attrice Helen Hayes e attore Fredric March.

Il fascismo sostiene immediatamente l’iniziativa dei promotori dell’Esposizione, poichè con lungimiranza ha individuato nel cinema uno strumento particolarmente utile alla propaganda, in grado di ammaliare gli italiani di ogni classe sociale e, in quanto evento mondano e culturale moderno, di accreditare ulteriormente il fascismo e il suo fondatore Benito Mussolini presso le grandi potenze mondiali, di cui gode ancora i favori o la curiosità.

La seconda edizione si svolge nell’agosto del 1934, seguendo il calendario della Biennale. Questa è la prima edizione competitiva, con 19 paesi con almeno un film in gara e folle di giornalisti a seguire l’evento che vedrà assegnata la Coppa Mussolini per il miglior film italiano e straniero e le Grandi Medaglie d’Oro dell’Associazione Nazionale fascista dello spettacolo. Fra i grandi nomi di questa edizione Katharine Hepburn, premiata per Piccole donne, ma i grandi registi e attori non faranno mai mancare la loro presenza al lido veneziano.

Dal 1935, in conseguenza del grande successo sia di pubblico che di critica delle due precedenti edizioni, l’Esposizione diviene annuale e definisce alcune caratteristiche che ne rispecchiano l’epoca: l’esclusione, fino al dopoguerra, dei film russi e l‘istituzione della Coppa Volpi, il premio per gli attori in onore del patron dell’evento Giuseppe Volpi conte di Misurata, premio che tutt’ora porta il suo nome.

L’investimento del regime sull’appuntamento è evidente con l’inaugurazione già nel 1937 del Palazzo del Cinema, edificio modernista firmato dall’architetto Luigi Quagliata in tempi record; attenzione che non tarda a diventare strumentalizzazione quando le esigenze della propaganda fascista soppianteranno le ragioni artistiche, influenzando le premiazioni a favore di film e personaggi riconducibili all’Asse Roma – Berlino. Di conseguenza, dal 1939 anche il cinema americano sarà assente da Venezia e le edizioni del 1940, 1941 e 1942 verranno successivamente etichettate come “non avvenute” per l’eccesiva ingerenza politica.

La mostra riprese dopo la fine della Seconda guerra mondiale, nel settembre 1946 al cinema San Marco, essendo il Palazzo del Cinema requisito dagli Alleati. Proprio da Venezia i film Neorealisti si affacceranno al mondo della ricostruzione con opere quali Paisà di Roberto Rossellini del ’46 e La terra trema di Luchino Visconti nel ’48, mentre tornano i grandi artisti internazionali quali Orson Welles, Laurence Olivier, Fritz Lang, John Huston, Jean Cocteau, Jean Renoir…; e sempre qui si incorona la grandezza di Anna Magnani, l’attrice romana che con L’onorevole Angelina riceve nel ’47 la Coppa Volpi, premio passato indenne dal regime, alla guerra, alla ricostruzione.

Mentre la Coppa Mussolini scompare con il suo ispiratore, sostituita nel 1949 dal Leone di San Marco, la Coppa Volpi tutt’oggi influenza le carriere di attori e attrici della scena cinematografica.

Giuseppe Volpi, classe 1877, ebbe sicuramente grandi doti imprenditoriali, idee innovative e grande intuito politico, qualità che lo portarono a enormi ricchezze e al titolo di conte di Misurata.

Giovanissimo Volpi diviene ricco con il commercio del tabacco in Montenegro e Turchia, e proprio questo suo rapporto con l’Impero Ottomano ce lo fa ritrovare fra gli uomini del governo Giolitti che nel 1912 trattano l’accordo di pace dopo la guerra italo-turca. Volpi aderisce poi al neonato fascismo facendo un salto di qualità: diviene Governatore della Tripolitania dal 1921 al 1925, da cui il titolo di conte di Misurata; Ministro delle Finanze dal ’25 al ’28; presidente della Biennale di Venezia dal ’30 al ’43 e, parallelamente, dal ’34 al ’43 presidente di Confindustria; tutto mentre intensifica i propri affari fondando società elettriche – come la SADE nota per la diga del Vajont-, società di vagoni letto, gestendo alberghi a Venezia fra cui l’Excelsion protagonista delle prime edizioni dell’Esibizione cinematografica, e promuove la costruzione del porto industriale di Marghera.

Nel 1943 tuttavia, nel tentativo di Mussolini di arginare l’opposizione interna anche al proprio partito per l’andamento disastroso della guerra e dell’alleanza con Hitler, Volpi viene rimosso dai suoi incarichi, non partecipando così alla seduta del Gran Consiglio del fascismo che vota la sfiducia al suo capo facendo cadere il regime.

Dato il precipitare degli eventi attorno a lui, Volpi tenta di fuggire in Svizzera senza successo, venendo infine arrestato dalle SS e incarcerato in via Tasso a Roma pur gravemente malato. Solo grazie all’intercessione di Rodolfo Graziani – il macellaio del Fezzan- viene liberato.
Nel dopoguerra viene processato per le sue responsabilità durante il regime fascista ma, successivamente all’Amnistia Togliatti, Giuseppe Volpi è prosciolto da ogni accusa.
Muore di lì a poco, nel 1947.

A ricordarlo la prestigiosa Coppa Volpi nella rinomata Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia che, per non peccar di ingratitudine ad uno dei suoi fondatori, pecca sicuramente di memoria e buon gusto.

Serata della Mostra del Cinema, Palazzo Ducale, Venezia 1947

Giuseppe Volpi nel 1925