Viaggio della Memoria al Campo di concentramento di Mauthausen-Gusen-Ebensee
I nazisti ricavarono da una fortezza militare, nel 1938, uno dei più temuti plessi concentrazionari per sfruttare le cave di granito per i progetti architettonici e di propaganda di Albert Speer.
Fino al 1943 la funzione prevalente del lager fu la persecuzione e la reclusione degli oppositori politici, reali o presunti. Per un certo tempo Mauthausen e Gusen (suo campo satellite) furono gli unici lager classificati di categoria III per detenuti “difficili al recupero”, il che significava che in quei luoghi le condizioni di reclusione erano durissime e la mortalità fra le più alte di tutti i lager dell’arcipelago concentrazionario nazista.
I sottocampi e la memoria
Nelle intenzioni amministrative della città di Mauthausen al termine della guerra c’era quella di lasciare come museo il campo principale e di consegnare all’edilizia civile l’area dell’ex lager di Gusen, secondo un progetto portato quasi a termine. Uno studio di architettura italiano ha rilevato invece quel che restava di Gusen, trasformandolo in luogo di memoria, cui da poco si è aggiunto un centro di ricerca e un centro espositivo.
Le gallerie di Ebensee, nell’omonimo sottocampo, sono un’altra struttura che merita un’attenzione particolare, per la mole e la straordinarietà del luogo in sè. Un luogo costituito da tunnel scavati dai prigionieri allo scopo di mettere al riparo dai bombardamenti la produzione missilistica nazista. Gallerie che tornano in molte testimonianze.
Monumento agli ebrei, Mauthausen Foto di Lior Haner CC BY-SA 2.0
Muro delle vittime, Mauthausen Foto di sohum CC BY-SA 2.0
Monumento agli ebrei ungheresi Foto di J. Korom Dr. CC BY-SA 2.0